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Dalla parte delle Vittime sempre

No al rito abbreviato per chi commette reati atroci come quello di cui sono Vittime Desirée e Pamela

Uno degli arrestati per lo stupro e omicidio di Desirée

In fila per stuprarla. “Meglio morire lei, che finire in galera”. Questi, alcuni dei particolari emersi nell’atroce delitto di cui è rimasta vittima la piccola Desirée.


“Crudeltà senza remore”, una delle motivazioni con cui il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per i primi tre arrestati.

Eppure quando sono stata audita in commissione Giustizia alla Camera due parlamentari hanno contestato il disegno di legge di modifica per vietare questo rito ai reati puniti con l’ergastolo, sulla base del fatto che vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Ma un sistema basato su benefici a pioggia a chi commette reati gravissimi è sbagliato!

Coloro che hanno commesso questo inenarrabile crimine potranno accedere al rito abbreviato, che permetterà loro di ottenere uno sconto di pena automatico.


E chi contesta una maggiore giustizia per le Vittime dovrebbe conoscerle, condividerne il dolore inconsolabile dei familiari, accendere le spie della coscienza e dell’empatia.

Collegare cuore e cervello alla bocca. E solo dopo, parlare.


E non si dica che l’origine dei carnefici di Pamela e a Desirée non conta.

In Italia esiste una mafia, di origine africana, che ha il monopolio dello spaccio di droga, della vendita di morte ai nostri figli. E chi gestisce questa rete criminale disprezza la vita altrui, e soddisfa con inenarrabile brutalità i propri istinti, personali e sessuali.


Gente che sta qui, senza documenti, senza regole, consapevole di sfruttare fino al midollo un sistema giuridico e giudiziario che la protegge dandole benefici e impunità, di avere la comprensione di quella parte dell’informazione intellettuale deviante e deviata, di quella parte politica ottusa e strumentale.


Non ci sono solo gli stupratori e gli assassini di Pamela e Desirée, tra i responsabili della loro atroce morte. Sono innumerevoli, i responsabili.


Dai politici incapaci, ai giornalisti faziosi, a chi trangugia balle fotoniche per sentirsi migliore. Quando i migliori sono quelli che, prendendosi offese a ogni parola detta o scritta, dicono semplicemente la verità. Ossia che non basta dare un pasto caldo e un tetto sulla testa per integrare, quando mancano le basi stessa della più elementare convivenza civile. Non basta.


E allora, se non siamo in grado, meglio rinchiuderci in noi stessi. Tenerci i delinquenti che abbiamo (che sono comunque tanti) e proteggere i nostri figli. Da questa cittadinanza del mondo, che troppo spesso fa rima con mattanza.


Avv. Elisabetta Aldrovandi, Presidente Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime #OSNV

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